LA PENISOLA DELLO YUCATAN

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CANCUN

Era un paio di anni che volevo andare in Messico e finalmente l'occasione è arrivata, anche se in un momento che poi si è rivelato non troppo conveniente, visto che pochi giorni dopo di essere approdata sulla costa est dello Yucatan, è scoppiata la tristemente famosa influenza suina che ha danneggiato gravemente l'economia della regione per via delle cancellazioni delle prenotazioni negli alberghi e in tutte le attività turistiche. Comunque l'allarme si è circoscritto in altre zone, ma su tutta la Riviera Maya non c'è stato nessun caso e quindi nessun problema. La vita è andata avanti e anche se molti turisti sono tornati indietro in tutta fretta, altri sono stati piu` coraggiosi e hanno portato a termine la loro vacanza. Fra questi c'ero io, ma comunque  per tornare a casa, passando dall'aeroporto di Mexico DF, è stato d'obbligo l'uso della mascherina preventiva.

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Nonostante tutto, la vacanza è stata meravigliosa. I posti  sono da favola, un mare come quello di Cancun e Isla Mujeres, sono inimmaginabili. I colori di questo mare sono inediti per me. Sulla riva l'acqua era verde chiaro (quando si dice verde acqua), poi diventava un verde piu` smeraldo, poi turchese e poi azzuro cobalto, colori veramente straordinari che sembravano essere diventati quarzo liquido. Come si sa, i colori che ho nominato sono colori di tante altre pietre preziose.  
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Playa Del Carmen

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Un vento fresco e sempre presente soffia dal mare e scompiglia i capelli,  in un gioco che è  inutile fermare, ma sempre un gioco divertente. A me per lo meno piace che il vento mi arruffi i capelli. Muniti di snorkel si possono vedere grosse tartarughe sul fondale, nella zona  di Akumal, a sud di Playa del Carmen.

 

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Gli alberghi si snodano su tutta la Riviera Maya e i loro ingressi sono monumentali, come pure le istallazioni, che per raggiungerle bisogna fare un lungo tragitto in macchina o in pullman. E' veramente grande la varieta` di offerta sia nel divertimento che nello sport, con sterminati campi da golf e fiumiciattoli artificiali, ristoranti, sale di intrattenimento, tutto all'insegna del comfort. Quasi tutti i turisti sono americani ed europei, mentre il personale è assolutamente di razza MAYA. Sorprende osservare che queste persone, discendenti degli antichi padroni di queste terre, hanno conservato la razza assolutamente pura. Sono tutti piccoli e molto scuri e hanno molta simpatia e orgoglio.


Altre foto dal mio album di viaggio


Passeggiata in catamarano per raggiungere la Isla Mujeres, con balli a bordo in grande allegria.

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Zona pescatori mentre preparano le reti

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Irrinunciabile bere "agua de coco", con il ragazzino che con abilità apre la noce di cocco.

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ed infine, uno sposalizio sulla spiaggia

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Lucia


 

Dal 1993 ogni anno, qui a Jacksonville, si celebra "WORLD OF NATIONS" un bellissimo festival multiculturale in cui  tantissimi paesi stranieri sono rappresentati attraverso le loro comunita` che da tempo si sono insediate in Florida.  Nei 4 giorni durante i quali si svolge questa grande festa  e` tutto un gran via vai di  suoni, odori, colori che prendono forma nelle persone che partecipano con entusiasmo a questo evento  lungo la riva del nostro fiume St. Johns.   Ci sono centinaia di stands che espongono prodotti  tipici dei vari paesi  e ci si puo` sbizzarrire nel fare un po' di shopping etnico tra  porcellane, vasellame, pellame, oggetti in legno, vetro, gioielli etc., il tutto ballando a ritmo di musica caraibica,  africana oppure orientale , gustando un piatto di asado argentino,  un borek turco o una pizza allo stand italiano.




Lo stand italiano e` gestito dal club italo-americano di Jacksonville,composto per lo piu` da discendenti di italiani emigrati molto tempo fa. Sono italiani di seconda , terza e quarta generazione che dai loro nonni  hanno ereditato un grande amore verso l'Italia e si impegnano molto nel mantenere vive le tradizioni che gli sono state insegnate, magari americanizzandole un po' senza nemmeno accorgersene. Con orgoglio, durante WORLD OF NATIONS, espongono alcuni dei simboli  che hanno reso l'Italia famosa nel mondo, si vestono con i colori della bandiera italiana e in qualche modo rendono onore alla memoria dei loro avi che con i loro sacrifici hanno, spesso, consentito alle nuove generazioni di italo-americnai di avere un futuro migliore. Lo stand e` diviso in due aeree (una culturale , con vendita di oggestica e   l'altra culinaria e mangereccia). I membri del club, ad ogni appuntamento annuale, spiegano con grande pazienza  un po' di storia, geografia e cutura italiana ai ragazzini delle varie scuole in visita, la cui attemzione, pero`  e` spesso piu` rivolta verso il forno delle pizze che verso la cartina dell'Italia o la torre di Pisa.




 

Mi sembrava giusto dedicare qualche parola in piu` per lo stand italiano, ma in realta` le nazioni che partecipano a questo evento sono centinaia, non potendo scrivere un paragrafo per ognuna, penso che il modo migliore per presentare  WORLD OF NATIONS sia postare  alcune delle foto che ho scattato. 










 

         Ferragosto in Vermont

Suona  un po’ strano parlare di Ferragosto in pieno inverno, ma  l’aria  freddina di questi giorni mi ha fatto venire in mente le montagne  del Vermont dove nel 2005 abbiamo trascorso una breve vacanza a meta` Agosto.  Per chi vive in Florida la montagna non e` proprio cosa di tutti i giorni, perche`questo lembo di terra che separa l'Oceano Atlantico dal Golfo del Messico e` una lingua di sabbia , senza motagne e senza colline, qui  le cime piu` alte sono le dune  sulla spiaggia ed i giorni in cui bisogna coprirsi bene si contano sulle dita della mano. Le infradito sono la consuetudine, mentre con una picozza, al limite, ci si puo` aprire una noce di cocco. Questa breve premessa servira` per far immaginare meglio a chi legge, il mio sguardo completamente stregato dalle cime del Vermont quando le ho viste dall'aereo per la prima volta. Seduta vicino al finestrino, non ho mai distolto lo sguardo per un solo attimo dal vetro, ero totalmente ipnotizzata dal  verde intenso di questi monti.


Dopo aver percorso pochi  Km dall'aeroporto  abbiamo incrociato  il cartello  "Welcome to Burlington" e proseguito fino al nostro albergo, una veloce rinfrescata  ed eravamo pronti per il pranzo, anche perche` dopo esserci subiti il famigerato -snack di bordo- ci meritavamo proprio qualcosa di buono da mettere sotto i denti. Burlington e` una bellssima cittadina che si adagia sulle rive del lago Champlain, cosi ci siamo messi alla ricerca di un ristorantino sul lungolago che avevamo avvistato dalla  nostra camera.

Il nostro primo pomeriggio in Vermont lo abbiamo passato a passeggio per il downtown di Burlington che, rispetto al lago, e` in collina e ci si arriva facendosi una bella scarpinata in salita. La strada principale e`     "Church Street Marketplace" , piena di negozietti tipici, ristorantini, artisti di strada e ovviamente la  chiesa che e ` situata sul  culmine del viale e non lontano da una gelateria "Ben and Jerry's" , famosa marca di gelati nata proprio a Burlington e poi diffusasi in tutti gli Stati Uniti, in Gran Bretagna e Estremo Oriente. Una volta fatta la lunga fila, si arriva davanti al bancone e  ci si puo` sbizzarrire nello scegliere tra decine di insoliti abbinamenti di sapori per  un buon gelato...americano.


Durante tutto il nostro soggiorno in Vermont, abbiamo avuto la sensazione di aver attraversato il confine degli USA ed essere arrivati in Canada. L'influenza lasciata dal periodo di colonizzazione francese e` ancora molto presente e la si vive sotto vari aspetti. In primis nel nome di questo piccolissimo  stato che appartiene alla zona del New England (Vermont: dal francese monti verdi), nell'architettura,  nella pittura e nella musica, per non parlare del cibo. In Vermont, dove ti giri e ti volti, trovi tantissimi tipi di formaggi accompagnati da buon pane e da ottimi vini rossi; la gente del posto da` la preferenza ai bistrot in cui gustare piatti preparati con cibi organici, piuttosto che bivaccare nella solita catena di fast food americana.  Nel caso decideste di fare un viaggio  in Vermont, questo link con la lista dei formaggi e delle fattorie in cui vengono prodotti potrebbe tornare molto utile.
http://www.vtcheese.com/cheesetrail.htm 

Il Vermont offre paesaggi spettacolari durante  tutto l'anno, noi ci siamo stati in estate che e` il momento migliore per partecipare a tutti gli eventi all'aperto, alle sagre, ai concerti,  alle minicrociere sul lago Champlain o  alle scalate sul Monte Mansfield; ma per quanto ho sentito dire in giro e visto  su molte foto, e` l'autunno il periodo piu` strepitoso per visitare il Vermont e tutto il New England, perche` si puo` godere a pieno dell'esplosione di colori che avviene tra le foreste di alberi, con milioni di foglie che assumono tonalita` tanto diverse quanto armoniose tra loro e una passeggiata tra i boschi si trasforma in   un tuffo sulla tavolozza di un pittore.



Come sempre  avviene nei mei viaggi, e credo in quelli di molti, mi capita di legare nella memoria  un posto visitato ad un cibo, ma nei pochi giorni trascorsi  a Burlington abbiamo assaggiato una tale varieta` di cose buone che  mi e` riuscito difficile sceglierne solo uno.  Sono andata per esclusione e siccome dei formaggi e dei prodotti organici ne ero a conoscenza da prima, la vera sorpresa culinaria di questa cittadina di montagna e` stata un piccolo  ristorante  trovato per caso durante le nostre escursioni che si chiama " American Flat Bread" dove abbiamo mangiato, per la prima volta da quando ci eravamo trasferiti negli Stati Uniti, la pizza cotta nel forno a legna, fatta con ingredienti freschissimi  e genuini, come non ci capitava da quando avevamo lasciato Napoli. Credetemi sulla parola se vi dico che bisogna aver vissuto almeno un anno di astinenza da VERA pizza napoletana per capire la nostra gioia quando il primo pezzetto di  flat bread e` finito sotto il palato, parlare di estasi delle papille gustative sarebbe troppo poco per descrivere un momento cosi magico!!


 

Festa di Sant’Antonio Abate

Da sempre la Festa di Sant’Antonio Abate, rappresenta per la popolazione Ripana motivo di devozione e di festa. Il museo della Civiltà Contadina ed Artigiana, vuole anche quest’anno ricordare e far rivivere le trazioni legate al giorno di Sant’Atonio. Infatti domenica 18 gennaio, i Soci del Museo della Civiltà Contadina, saranno impegnati nel rievocare i momenti più importanti della nostra tradizione iniziando alle ore 11,00, in Piazza Ascanio Condivi, con la spremitura dell’uva per il Vin Santo di Ripatransone. Per far questo verranno utilizzate attrezzature d’epoca usate con maestria da esperti operatori, che saranno ben lieti di rispondere alle domande ed alle curiosità che il pubblico vorrà rivolgergli. Questa antica operazione è soltanto il culmine di un paziente lavoro iniziato a settembre, con la selezione, la raccolta e la sua lenta asciugatura in un luogo fresco ed asciutto dell’uva, destinata poi a diventare il pregiato Vin Santo di Ripatransone.
Dalle ore 12, presso il convento delle Suore Teresiane, sarà possibile assaggiare lo “STOCCAFISSO in SALSA”. Questo piatto viene realizzato seguendo un antica ricetta tradizione Ripana, che voleva, per il giorno di Sant’Antonio che in tutte le famiglie venisse preparato questo piatto.
Naturalmente lo stoccafisso verrà accompagnato dall’ottimo vino Ripano, in un ambiente allegro e famigliare.


Neno

 

Fernandina-Jeckyll Island

Il mio primo post su Free Admission voglio dedicarlo ad un viaggio, perche` girovagare e` uno dei miei passatempi preferiti. Ho scelto di raccontare questo itinerario, perche` poco conosciuto se non si vive da queste parti.
In Ottobre, Thomas ed io  abbiamo deciso di passare un  fine settimana  esplorando un pezzetto di costa al confine tra Florida e Georgia. Il nostro campo base e` stato un albergo in Fernandina Beach, una piccola cittadina  alla punta estrema di Amelia Island, una delle isole barriera  a poche decine di Km da Jacksonville.


Il  venerdi mattina ci siamo messi in macchina sotto una pioggia torrenzionale ( la solita fortuna), prima sosta St Marys Georgia.  Abbiamo visitato una antica dimora d'epoca, dono di nozze  di un padre alla diletta figlia.  Per costruirla ci vollero diversi anni, perche` i materiali necessari arrivavano  dal vecchio mondo, purtroppo pero` la sposa mori prima che la casa fosse finita. Il padre volle comunque terminarla e tutt'intorno furono piantati alberi di arancio, da qui il nome Orange Hall.


Un'altra tappa della nostra gita fuori porta e` stata Jekyll Island.  Abitata sin dall'antichita` dai nativi americani, fu colonizzata dagli spagnoli che la chiamarono ISla delle Ballenas, poi dai francesi e dagli inglesi. Tra la fine del 1800 fino ai primi del 1900 fu meta di vacanza dell'elite americana e proprio su quest'isola, tra un torneo di golf e una battuta di caccia, venne fatta la prima telefonata transcontinentale. Del momento d'auge sono rimasti  alcuni bellissimi cottages e il rinomato club, un tempo accessibile a pochissimi,oggi trasformato in albergo di lusso. In seguito, l'isola fu acquisita dallo Stato della Georgia divenendo  parco naturale ed ospita, tra l'altro, un importante centro  di ricerche e riabilatazione  per  tartarughe marine


Entrambe le sere del nostro fine settimana siamo ritornati  in albergo a Fernadina Beach. Per tradizione quando siamo in questo ex borgo di pirati facciamo sosta dal nostro amico Pablo, che ha un ristorante messicano  downtown ed e` un personaggio incredibilmente simpatico. Appena ci vede corre a salutarci con il suo classico "Bienvenidos, mi casa es su casa!"  e poi  ci prepara il migliore Margarita del mondo da gustare tassativamente ascoltando la live band nel cortile interno del locale. Come tutte le cose belle, anche il nostro weekend e` giunto al termine e la  domenica mattina abbiamo lasciato Fernandina Beach in direzione Jacksonville,  non  prima pero` di aver fatto  un bel  giro per il mercatino dei prodotti organici e una passeggiata tra le barche a vela della marina.